Vecchio Euribor presto in pensione: che cosa cambierà per i mutui?


Sarebbe dovuto andare definitivamente in pensione entro il 2019, ma la Commissione Europea ha scelto di prorogare per due anni il tempo utile alle banche e alle istituzioni per potersi conformare al nuovo sistema di calcolo dell’Euribor.

Ma che cosa cambia per chi ha già un mutuo a tasso variabile in portafoglio, o per chi si avvicinerà a questa operazione dal 2022?

Cos’è l’Euribor

Andiamo con ordine, e rammentiamo come l’Euribor sia l’indicatore utilizzato per calcolare i tassi variabili applicati dalle banche, quale “costo medio” del denaro per le operazioni interbancarie.

Il suo attuale meccanismo di calcolo non è il massimo della chiarezza e, basandosi sulla partecipazione volontaria di 20 banche ad un panel internazionale, si espone alle polemiche di una possibile manipolazione del proprio dato.

Di qui – e considerata l’importanza che l’Euribor ha nel sistema creditizio europeo – la necessità, da parte del legislatore europeo, di intervenire in suo sostegno, provvedendo a introdurre un nuovo metodo di calcolo del quale non si hanno ancora pieni dettagli.

Come sarà il nuovo Euribor

Il nuovo metodo di calcolo dell’Euribor, che sostituirà entro il 31 dicembre 2021 quello attuale, ha come obiettivo quello di incrementare la trasparenza del settore e evitare comportamenti non corretti da parte degli operatori. Un obiettivo ambizioso, che la revisione del benchmark intende raggiungere perseguendo tre leve contemporaneamente: usare come riferimento le effettive transazioni; interpolare i dati sulle scadenze vicine e sui giorni precedenti; comparare i dati con altri dati di mercato (ed ecco perché il nuovo Euribor è, tra l’altro, ribattezzato anche come “ibrido”).

Questo nuovo metodo di conteggio dovrebbe garantire una maggiore trasparenza, oltre che una maggiore aderenza all’effettivo andamento di mercato. Ma con quali riflessi e quali conseguenze per i mutuatari?

Cosa cambia per chi ha un mutuo

In realtà, anche se per il momento non si hanno dati certi a disposizione, le prime stime compiute in questo ambito dimostrerebbero che il nuovo calcolo dell’Euribor non si discosterà in maniera rilevante dal precedente, con la conseguenza che il gap tra vecchio e nuovo non sarà di oltre 5 punti base.

Chi pertanto ha in portafoglio un mutuo a tasso variabile, non solo non sarà chiamato a modifiche da parte della propria banca (il parametro rimane lo stesso, a cambiare è solo il meccanismo di calcolo), ma non dovrebbe nemmeno accorgersi della nuova struttura del parametro, soprattutto in un contesto di tassi molto bassi come quello attuale.

Forse, qualche piccolo riflesso potrebbe sorgere in chi, dal 1 gennaio 2022, provvederà ad accendere un mutuo a tasso variabile. Ma, anche in questo caso, si parla di conseguenze solo temporanee, e non stimabili: è infatti possibile che chi si avvicina per la prima volta al mutuo a tasso variabile con il nuovo parametro possa essere un po’ sospettoso nei suoi confronti, considerato che non ha storicità statistica. Uno scetticismo che, comunque, dovrebbe svanire in poco tempo…

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