Tassi sui nuovi mutui casa, Bankitalia conferma l’aumento


Nel suo ultimo bollettino mensile, aggiornato alla fine del mese di ottobre, Bankitalia ha confermato l’aumento dei tassi di interesse sulle nuove operazioni di finanziamento per acquisto di abitazioni da parte delle famiglie italiane, con un livello ora pari al 2,24%, contro il 2,16% di settembre.

Certo, di lieve incremento (appena 8 bp su base mensile) si può parlare. Ma siamo sicuri che la tendenza al rialzo sia finita qui? O è bene attendersi l’avvio di una tendenza di apprezzamento che renderà i nostri mutui sempre più cari?

Bankitalia invita alla prudenza

In realtà, a leggere il rapporto sulla stabilità finanziaria pubblicato anzitempo dalla Banca d’Italia, ad emergere sembrerebbe essere il tiepido ottimismo.

L’istituto di via Nazionale sottolinea infatti come nel corso del 2018 i tassi sulle operazioni di mutuo siano rimasti sostanzialmente invariati, e che così potrebbe avvenire anche durante il 2019.

Tuttavia, è anche possibile che, in realtà, l’effetto spread vada a farsi sentire sulla platea di nuovi mutuatari italiani: i tecnici della banca ritengono infatti che se i rendimenti dei titoli sovrani tricolori rimarranno sugli attuali livelli differenziali sui Bund tedeschi, le banche non potranno far altro che aumentare la marginalità, andando così a generare un concreto apprezzamento sulle rate dei mutui in erogazione.

L’effetto dovrebbe tuttavia limitarsi alle nuove operazioni, mentre niente (o quasi) varierà per chi ha già un finanziamento in ammortamento: il 40% circa delle consistenze è a tasso fisso per almeno 10 anni, e della rimanente parte a far la parte del leone sono i mutui a tasso variabile, indicizzati su un parametro (come l’Euribor) che non risente direttamente dell’evoluzione del rischio accresciuto sul debito sovrano.

Quotazioni immobiliari ancora deboli

Lo stesso report sulla stabilità finanziaria si occupa poi di tracciare un quadro piuttosto puntuale sul panorama immobiliare tricolore.

Tra le righe del dossier, Bankitalia rammenta come se in tutta Europa le quotazioni immobiliari risultano essere in crescita, in realtà nel nostro Paese i prezzi delle case stentano a decollare. A pesare – nonostante il recupero delle compravendite – è principalmente l’ampio stock di case invendute che ancora oggi “inquinano” il mercato del mattone, e che potrebbero pesare in maniera importante anche nel 2019.

Tuttavia, proprio il prossimo anno dovrebbe anche rappresentare l’anno dell’accertata inversione di tendenza, per quanto flebile: insomma, un ritorno al segno “più”, ma con numeri piuttosto scarsi.

Infine, per quanto attiene la capacità di rimborso dei debiti, la banca esprime un giudizio discretamente positivo, ricordando come la crescita del reddito disponibile e i bassi tassi di interesse dovrebbero supportare tale variabile.

Non è un caso che per Banckitalia la quota di prestiti deteriorati sul totale dei finanziamenti alle famiglie si sia ulteriormente ridotta al 7,7%, e che la quota di nuclei vulnerabili sul totale delle famiglie italiane dovrebbe rimanere intorno all’1,8% durante il prossimo anno.

Segnali confortanti che, al netto di alcuni dati statistici da migliorare, sembrano dipingere un buon panorama per il mattone della Penisola.

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