
Nel 2019 il ricorso all’indebitamento bancario per poter supportare i propri desideri di acquistare casa ha trovato pieno appagamento in condizioni di particolare favore nei tassi di mercato. Ma la condizione sarà destinata ad essere rinnovata in tali termini anche nel prossimo anno? O il 2020 potrà rappresentare il punto di ripida ripartenza dei tassi sul mercato monetario?
Tassi BCE, nessun rialzo all’orizzonte
Per poter fornire una risposta consapevole a quanto sopra, possiamo certamente partire da un dato certo: i tassi BCE rimarranno sugli odierni livelli ancora a lungo. E, a confermarcelo è stata la stessa Banca centrale, che non solo ha lasciato inalterato la propria policy nella riunione dello scorso 24 ottobre (l’ultima guidata da Mario Draghi), ma ha altresì anticipato che, in vista, non c’è alcun rincaro dei tassi di rifinanziamento.
La BCE ha infatti specificato che i tassi rimarranno fermi fino a quando l’inflazione in area euro non tenderà verso il 2%. Considerato che il livello è ben lontano, ne deriva che all’orizzonte non sembra esserci alcun rincaro del costo del denaro da parte dell’Eurotower.
Tuttavia, nonostante la rassicurazione di cui sopra, nell’ultimo mese abbiamo assistito a un incremento di Euribor e Eurirs. Per quale motivo? Potrebbe costituire un buon viatico per un 2020 di tassi in crescita?
Tassi in crescita, ma nessun rimbalzo considerevole
Nell’ultimo mese sia il tasso Euribor che quello Eurirs hanno subito un margine apprezzamento, determinato esclusivamente dal relativo maggiore ottimismo sulle prospettive, a sua volta influenzato dalle precedenti decisioni e formulazioni della BCE.
In virtù di quanto sopra, la curva dell’Euribor e quella dell’Eurirs sono salite in alzo di qualche punto base, senza tuttavia generare dei turbamenti nei mercati. È ben chiaro, infatti, che i tassi di mercato monetario rimarranno compressi ancora per tanto tempo, e che dunque – salvo che le banche non incrementino in modo aggressivo gli spread – i tassi sui mutui saranno ancora molto convenienti per tutto il 2020.
Il tasso fisso continuerà a prevalere
Per quanto poi attiene, infine, le preferenze di indebitamento, il tasso fisso dovrebbe continuare a svolgere un ruolo predominante, soprattutto nei confronti di quei mutuatari che hanno intenzione di indebitarsi nel medio lungo termine. La tentazione di congelare l’importo delle rate per 20 o 30 anni dovrebbe in altri termini essere troppo forte rispetto a quella di sposare un piano con costi indicizzati all’andamento dei tassi di mercato.
Questo non significa, tuttavia, che per i tassi variabili non ci siano delle opportunità di attrazione nelle menti dei mutuatari. Riteniamo infatti che anche nel 2020 i tassi variabili potranno ben mostrare tutti i loro vantaggi competitivi per gli indebitamenti di più corto raggio, considerato che i parametri di riferimento delle indicizzazioni dovrebbero rimanere su livelli molto contenuti ancora a lungo.
Dunque, anche l’anno prossimo i tassi variabili saranno presumibilmente terreno di “caccia” di chi svuole usufruire di una surroga, la cui scadenza è generalmente molto inferiore a quella dei piani di ammortamento delle nuove erogazioni che, presumibilmente, vorranno invece abbracciare con maggiore convinzione il tasso fisso.
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