
In attesa di poter scorgere i dati dei mutui casa dell’ultimo trimestre dell’anno, le informazioni fornite dal Sistema di Informazioni Creditizie EURISC evidenziano come nei primi 9 mesi del 2023 i finanziamenti immobiliari si siano caratterizzati per un trend negativo (-19,4%) per quanto riguarda la domanda di mutui da parte delle famiglie italiane. Il contributo in flessione è stato omogeneo per tutte le classi di richiedenti e per tutte le tipologie di credito, con una corposa diminuzione sia per le surroghe che, ancor di più, per i nuovi mutui.
L’unico dato incoraggiante sembra essere quello del mese di settembre, quando timidi segnali di ripresa hanno rallentato la discesa del dato in singola cifra, con un passo indietro del 9,2% rispetto al periodo di confronto precedente. Per comprendere se effettivamente si sia trattato dell’inizio di un’inversione di tendenza o di una mera parentesi positiva nel più ampio trend negativo, bisognerà però attendere i dati EURISC dei mesi successivi.
Tornando al dossier elaborato da CRIF, nei primi 9 mesi dell’anno l’importo medio richiesto sarebbe rimasto pressoché stabile (- 0,3%), con un valore complessivo assoluto pari a 144.162 euro. Se però si considera il solo mese di settembre, il dato risulta essere in aumento dell’1,2%, confortando dunque il fatto che il terzo trimestre dell’anno si sarebbe chiuso con uno spiraglio di miglioramento.
Per quanto attiene la distribuzione per fasce di importo, nei primi 9 mesi del 2023 le richieste di mutui per importi compresi tra 100.000 e 150.000 euro hanno assorbito il 29,6% del totale. La fascia di mutui tra 150.000 e 300.000 euro ha invece assorbito una quota percentuale del 25,9%, mentre quasi il 40% dei mutuatari ha domandato un mutuo per importi fino a 100.000 euro (probabile è, in questo ambito, il contributo decisivo delle surroghe). Solamente il 5,1% dei richiedenti ha domandato un mutuo per importi superiori a 300.000 euro.
Spostandoci poi all’analisi per fasce di età, emerge come i richiedenti tra i 25 e i 44 anni siano stati il 60,9% del totale, mentre il 33,4% sia composto da 45-64enni. Infine, sottolineiamo come 8 richieste su 10 siano inerenti piani di rimborso che superano i 15 anni di durata. I mutui tra i 25 e i 30 anni di piano di rimborso continuano ad essere quelli preferiti con il 35,8% delle richieste totali.
Secondo quanto dichiarato da Simone Capecchi, Executive Director di CRIF, in generale gli ultimi mesi hanno visto le richieste di finanziamento per le famiglie italiane in rallentamento a causa dell’inflazione e del contesto geopolitico. In questo scenario, prosegue ancora il direttore, il tema cruciale per le banche sarà quello della sostenibilità e della qualità del credito.
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