Mutui casa, scegliere tra fisso e variabile


Come ben noto a tutti coloro i quali si sono avvicinati alla stipula di un contratto di mutuo casa, negli scorsi anni la scelta sulla forma tecnica di tasso a cui legare le condizioni economiche è stata quasi sempre orientata nei confronti del tasso fisso. Merito del costo del denaro ai minimi storici, che ha indotto buona parte degli aspiranti mutuatari a congelare l’onerosità del proprio mutuo su condizioni probabilmente imparagonabili nel breve termine.

Le cose sono però mutate nel corso del 2022 quando, al fine di contrastare l’inflazione galoppante, alle banche centrali non è rimasto far altro che incrementare il livello dei tassi ufficiali di riferimento, inducendo l’Euribor ad aumentare e, di conseguenza, inducendo un forte incremento dei tassi applicati alle operazioni di mutuo casa.

Di qui, il riproporsi di un dubbio che per molti mutuatari, negli ultimi anni, era rimasto in soffitta: conviene indebitarsi a tasso fisso o preferire il tasso variabile?

Le banche centrali monitorano l’inflazione

Tra i dati macroeconomici che le banche centrali continueranno a monitorare nei prossimi anni, l’inflazione costituirà certamente il più importante. E sebbene oggi l’inflazione faccia meno paura di qualche mese fa (i primi segnali di raffreddamento sono piuttosto evidenti), è chiaro che il dato continuerà a impattare sulle scelte di politica monetaria della BCE. Non solo. si tenga conto che i mercati stanno attualmente prezzando l’Euribor al 3,4% alla fine dell’anno, per poi virare con un graduale calo sotto il 2,5% tra il 2024 e il 2025. 

Insomma, i mercati scommettono su un Euribor crescente nel breve termine ma, probabilmente, segnalando che non sarebbe più corretto attendersi forte accelerazioni del costo del denaro, destinato a un contenimento nel medio termine.

Cosa fare: scegliere il tasso fisso o il tasso variabile?

A questo punto si può cercare di fare un altro passo in avanti e riflettere su cosa convenga di più tra la scelta di un tasso fisso o di un tasso variabile.

Evidentemente, dinanzi a tale bivio non esiste una direzione identicamente soddisfacente per tutti. D’altronde, chi sceglie oggi di indebitarsi a tasso fisso lo fa principalmente perché gradisce la sicurezza di un tasso certo e costante per l’intera durata del programma di rimborso, e perché magari ritiene che i tassi continueranno a crescere ancora a lungo. Di contro, chi si sta indebitando a tasso variabile probabilmente ritiene che i tassi subiranno un contenimento nel medio termine, garantendosi così un vantaggio concreto nel medio breve periodo.

In ogni caso, ogni scelta dovrà essere valutata osservando entrambi i lati della medaglia. Il rovescio di chi sceglie di stipulare un mutuo a tasso variabile non potrà che essere legato al rischio di esporsi al forte rincaro del costo del mutuo nel caso in cui i tassi dovessero proseguire la strada di sostenuto rialzo. Attenzione inoltre a scegliere la soluzione intermedia, troppo sbrigativamente etichettata come la più “furba”: chi sceglie di indebitarsi a tasso fisso per poi passare al variabile, o viceversa, rischia infatti di dovere fare i conti con spread sempre più salati da parte delle banche. 

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