Mercato residenziale italiano, tempo di bilanci


Con i dati OMI aggiornati a metà 2019, è tempo di bilanci per il mercato immobiliare residenziale italiano, che si affaccia in questa ultima parte dell’anno atteso da nuove sfide e alcune insidie.

Intanto, però, si può ben celebrare un ulteriore trimestre positivo (il secondo), con un tasso tendenziale delle compravendite pari al + 3,9%, in decelerazione rispetto al + 8,8% del primo quarto, e oramai in grado di prolungare in modo ininterrotto dal 2014 lo sviluppo delle operazioni di compravendita residenziale nel nostro Paese.

Tutte le macro aree in crescita, ma con ritmi inferiori al passato

La tendenza a una crescita più contenuta del passato risulta essere altresì confermata disaggregando i dati per aree territoriali: tutte le macro zone della Penisola portano infatti in dote una statistica incoraggiantemente positiva, ma con una percentuale più ridotta rispetto al passato.

In particolare, sono il Centro e le Isole le macro aree con il tasso di crescita più alto nelle compravendite (rispettivamente, + 4,4% e + 4,5%), mentre crescono con ritmi più contenuti il Nord Ovest (+ 3,8%), il Nord Est (+ 3,9%) e il Sud (+ 3,0%).

Per tipologia urbana, le compravendite nei comuni capoluogo crescono in maniera più tenue, con un balzo in avanti del 2,3%, contro il + 4,7% dei comuni non capoluogo. Un’evoluzione che risulta essere ben differente da quanto avvenne nel primo trimestre dell’anno, periodo in cui la progressione dei dati statistici tra comuni capoluoghi e non capoluoghi era comparabile (rispettivamente, + 8,7% e + 8,9%).

Cresce l’interesse per le case più piccole

Passando poi all’analisi dei dati per classe dimensionali, viene confermato l’interesse degli italiani per le case più piccole, con un incremento delle transazioni 6,1% per le abitazioni di dimensioni fino a 50 metri quadri. La seconda classe dimensionale con la maggiore espansione è quella degli appartamenti agli antipodi, di estensione oltre i 145 metri quadri (+ 4,8%), mentre – di contro – ad attirare meno le simpatie degli acquirenti sono gli appartamenti intermedi, tra gli 85 e i 115 metri quadri, la cui progressione è del 2,0%.

In termini di stock, le abitazioni più “rappresentate” sono comunque quelle tra i 50 e gli 85 metri quadri, con una quota di mercato del 30,8%, davanti a quelle tra gli 85 e i 115 metri quadri, con una quota di mercato del 27,4%. Risultano invece essere presenti in maniera più marginale – per quanto, come abbiamo visto, siano in grado di solleticare in modo più consistente le attenzioni degli italiani – gli appartamenti fino a 50 metri quadri, con una quota di mercato del 9,1%.

Grandi città: crescono solo Bologna, Milano e Roma

Soffermandoci quindi sulle prestazioni delle sole grandi città, il cui andamento crescente delle transazioni è inferiore alla media nazionale (+ 1,8%), spicca la prestazione di Bologna, le cui compravendite crescono dell’11,9%, in maniera dunque ravvicinabile al + 12,9% della prima parte del 2019. Tra le altre grandi aree urbane della Penisola, solamente Milano (6,1%) e Roma (2,7%) continuano ad annoverare un segno positivo nell’evoluzione delle transazioni notarili.

Sono invece caratterizzate da un dato negativo le prestazioni di Palermo (- 0,2%), Torino (- 1,1%), Napoli (- 3,2%), Genova (- 3,7%) e, soprattutto, Firenze (- 9,1%), con il capoluogo toscano che per il secondo trimestre consecutivo si aggiudica il poco ambisco scettro della grande città italiana con la peggiore prestazione tendenziale.

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